A Venezia si rinnova una certa tendenza che, da diversi anni a questa parte, in concomitanza con La Biennale, vede amplificare i numerosi eventi collaterali la cui qualità, in molti casi, è davvero di altissimo livello. Di rigore scientifico, con scelte accuratissime e con una misura giusta nell’allestimento certamente segnaliamo, tra questi, Robert Indiana: The Sweet Mystery, grande antologica che porta negli spazi delle Procuratie Vecchie la storia artistica del celebre artista americano.
Come si diceva questa mostra imperdibile è tra gli eventi collaterali di maggior rilevanza della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Curata da Matthew Lyons e presentata da Yorkshire Sculpture Park, la mostra di Indiana, ha non solo il merito di un’altissima qualità della proposta e dei contenuti, ma anche di definire con uno sguardo ampio il percorso di un autore che, altrimenti, resterebbe sminuito dalle iconiche opere della serie Love, con cui il pubblico abitualmente è solito identificarlo in maniera sommaria, sbrigativa e decisamente riduttiva.
Nelle sale dello spazio veneziano, invece, si racconta una storia e una ricerca articolate, complesse, dove i rimandi, le connessioni e i dialoghi ci restituiscono la pienezza delle analisi e delle riflessioni che Indiana ha sviluppato nel corso della sua vita.